…strade che in poco più di un secolo – tra il 1860 ed il 1985 – hanno reso agevole l’accesso a Salerno da nord-ovest.
Fino ad allora a Salerno si arrivava attraverso i valichi esistenti tra le colline che la separano dalla valle Metelliana e dalla valle dell’Irno.
Quando ho appreso la triste notizia della morte di Luis Sepúlveda per colpa di questo virus infido che, da febbraio 2020, ha trasformato le nostre vite e a lui, purtroppo, l’ha addirittura tolta, per onorarne la memoria ho cercato in casa un libro di questo immenso scrittore cileno che non avessi ancora letto. Ero sicura di trovare qualcosa tra i tantissimi libri che mia figlia Claudia ha lasciato qui a Salerno quando ha iniziato le sue peregrinazioni per l’Europa.
Sul Piave i nostri nonni tracciarono la linea di demarcazione di una resistenza eroica contro le forze austro-ungariche. Una linea che ha rappresentato nella “Grande Guerra” il vallo inviolabile dove si sacrificò un esercito di giovani italiani senza distinzione di razza o dialetto.
In tanti anni in cui ho passato il tempo a vedere film fin da bambino (ed ancora oggi), mi è raramente capitato di trovare pellicole girate a Salerno o che quanto meno ne parlassero, con una strana eccezione, in questo caso, e la circostanza è curiosa: Sophia Loren parla di Salerno in due film.
MARMALUOT? Calma, non è una cattiva parola dialettale o un’imprecazione, ma bensì una vecchia formula scolastica, utilizzata dagli studenti, per ricordare i mesi di Marzo, Maggio Luglio e Ottobre del calendario giuliano in cui le Nonae cadevano il 5 e non il 7 e le Idi il 13 e non il 15.