MARMALUOT?  Calma, non è una cattiva parola dialettale o un’imprecazione, ma bensì una vecchia formula scolastica, utilizzata dagli studenti, per ricordare i mesi di Marzo, Maggio Luglio e Ottobre del calendario giuliano in cui le Nonae cadevano il 5 e non il 7 e le Idi il 13 e non il 15.

Questo trucchetto mnemonico era utilissimo ai tempi in cui per la scuola la cosa importante era l’esercizio della memoria (le poesie da ripetere, i Canti interi della Divina Commedia da ricordare ecc.), meccanismi utili che rimangono in testa a distanza di anni.

Si cominciava fin dalle Elementari imparando i  nomi dei gruppi delle montagne che formano la catena delle Alpi con la seguente frase: ”MA CON GRAN PENA LE RETI CALA GIU’ ” utilizzando le iniziali di ognuna si ottiene la spiegazione:

Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Carniche, Giulie.

Alle scuole medie, poi, lo studente poco preparato aveva difficoltà con il latino e credeva che Copia fosse un invito a spiare il compito del compagno  più bravo, quando invece vuol dire Abbondanza, che Iam non significasse già/ormai, ma, bensì, andiamo via, che qui pro quo fossero i nipoti di Paperino e che Annibale avesse sconfitto i Romani a Cannes, come se Canne si trovasse in Costa Azzurra (ve lo immaginate Annibale sotto l’ombrellone con l’aperitivo? altro che gli ozi di Capua!).  Allora qualcuno pensò a qualche sistema per ricordare più facilmente qualche regoletta “SPERO,PROMITTO E IURO VOGLIONO L’INFINITO FUTURO e pensò anche di creare una storiella per ricordare alcuni imperativi e verbi irregolari, davvero ostici, ricorrendo ad una specie di filastrocca:

“DIC, DUC, FAC, FER SE NE ANDARONO ALLA GUERRA E SE NON ERA PER FIO, FIS UCCIDEVANO AD EO E A IS ”.

Per memorizzare i più importanti autori classici greci ci si inventò un suggerimento:

“ESCHILO, ESCHILO CHE QUI SI SOFOCLE E ATTENTI ALLE SCALE CHE SONO EURIPIDE, SE NO TUCIDIDE.  E CHI SENOFONTE”  rispose qualcuno. Penso che alcuni se lo ricorderanno ancora.

Si ricorreva ad ogni sistema, nella scuola di una volta, per ricordare le regole ed era di uso comune quella cantilena che recitava ”IL VOLUME DELLA SFERA QUAL E’?  QUATTRO TERZI PI GRECO ERRE TRE!”

I ragazzi che, poi, frequentavano il Liceo si divertivano a creare frasi fantasiose giocando con il bisenso latino-italiano “I VITELLI DEI ROMANI SONO BELLI” e cioè “VA’O VITELLIO AL SUONO DI GUERRA DEL DIO ROMANO”oppure con un’altra frase meno conosciuta ma altrettanto ben costruita “CANE NERO MAGNA BELLA PERSECA” che non vuol dire che il cane mangia un frutto, ma che tradotta significa “CANTA NERONE DELLE GRANDI GUERRE PERSIANE”.

Si inventavano anche combinazioni linguistiche che sembravano scioglilingua ”IN MARI MERI MIRI MORI MURI ACCIDIT” ovvero ACCADDE AL  TOPO DI MORIRE IN UN MARE DI VINO MERAVIGLIOSO”.
Giochi di parole, frasi divertenti, fantasie che si basavano sullo studio e sulla  conoscenza della materia tanto da poterci scherzare come ad esempio avviene con il frammento di una frase ”CAESAREM LEGATO ALACREM EORUM” che letta ad alta voce da un Francese suona così ”CESAR AIME LES GATEAUX A LA CREME ET AU RHUM”

E cioè “CESARE AMA I DOLCI ALLA CREMA E AL RUM”: forse gli piacevano molto i babà!

E ricordiamo un’altra frase bizzarra, una vera magia:”MAGISTER MEUS ASINUS EST”, questa frase, detta a voce, assume un significato diverso rispetto a quando la si scrive, infatti chi la ascolta capisce che il mio maestro è un asino, e la può considerare offensiva, ma se la si scrive (e la si scompone) la frase risulta la seguente ”MAGIS TER MEUS ASINUS EST” che significa “IL MIO ASINO MANGIA PIU’DI TRE VOLTE” (EST E’LA TERZA PERSONA DEL VERBO EDERE = MANGIARE).

In questi tempi in cui l’ansia ci tormenta e cerchiamo il conforto del medico, ecco che ci soccorrono gli antichi che avevano già capito tutto quando dicevano ”ACIDE ME MALO SED NON DESOLA ME MEDICA” ed ora leggete la frase latina  da destra a sinistra ed avrete un bellissimo palindromo, che significa TOGLIMI IL MALE MA NON FERIRMI, CURAMI.