La fisica moderna segna profondamente il Novecento con il progresso del sapere scientifico e la riflessione critica sui fondamenti della scienza stessa, offrendo una nuova visione del mondo che si riflette in una nuova visione dell’uomo.
La costante ricerca sui componenti elementari della materia, supportata da tecnologie sempre più raffinate, evidenzia la crescente complessità di oggetti fisici come la luce, la materia, l’energia.
Per una descrizione completa del comportamento della luce occorre affiancare al modello ondulatorio un modello corpuscolare, in quanto la luce si riflette e si rifrange come le onde ma, interagendo con la materia, si comporta come un fascio di particelle chiamate fotoni. Infatti un metallo colpito da raggi luminosi emette elettroni, la cui quantità ed energia sono coerenti col modello di un urto elastico tra particelle, in questo caso tra fotoni ed elettroni.
Sorge pertanto un interrogativo fondamentale sul rapporto tra la realtà fisica e i suoi modelli rappresentativi.
Il filosofo tedesco Ernst Cassirer (Breslavia 1874-New York 1945) osserva che ogni oggetto fisico ha diverse forme ma il ricercatore, operando in un campo empirico limitato, può osservarne solo una alla volta. Una forma non esaurisce la rappresentazione di un oggetto fisico sicché il reale risulta multiforme e inattingibile nella sua globalità.
Il modello cosmologico della fisica moderna, pur apparendo lontano dalla realtà sensibile, filtra inevitabilmente in più ampi contesti culturali per quella osmosi sempre operante tra diversi settori del sapere.
Il Premio Nobel Luigi Pirandello (Agrigento 1867-Roma 1936) nelle sue opere declina questi paradigmi traendone l’impossibilità di una conoscenza completa e univoca della persona, delle vicende e degli scenari in cui si collocano gli eventi. Nei suoi testi teatrali le maschere, indossate dall’uomo per giocare i molteplici ruoli esistenziali, appaiono mutuate dai diversi modelli ideati dalla scienza per rappresentare i molteplici aspetti di un oggetto fisico.
Alla ipotetica rappresentazione di un aspetto parziale della realtà multiforme e complessa corrisponde la maschera nel gioco dei ruoli imposti all’uomo dalle convenzioni sociali.
MASCHERE
Tra gli assiti inconsunti
d’un arcano teatro,
tra fondali e scenari
in lento divenire,
passano le maschere.
Ogni maschera un uomo,
il suo ruolo sortito
nel gioco della vita
con un lancio di dadi;
un uomo, tante maschere
quanti i ruoli richiesti
dal multiforme impegno
nell’incessante recita
dell’umana commedia.
All’ultima battuta
Il sipario si chiude;
inerte, nella polvere,
una maschera vuota.
TINA D’ANIELLO DI BENEDETTO
Menzione di merito
Premio Letterario Città di Cava dei Tirreni
XXXV Edizione