Nel tempio era conservata una delle sette Meraviglie del mondo: era la statua crisoelefantina (cioè di oro e di avorio) di Zeus seduto in trono. L’autore era Fidia; l’aveva scolpita in forme colossali, tali che l’osservatore rimaneva sicuramente colpito dalla maestosità dell’opera.
Questo capolavoro, unitamente all’Atena del Partenone fatta degli stessi materiali e alta ben 15 metri, è andato perduto: comprendiamo bene i motivi della scomparsa. Ora ad Olimpia, del tempio, si vedono solo i rocchi delle mastodontiche colonne doriche in posizione orizzontale sul suolo. Per ritrovare qualche altro elemento del tempio occorre spostarsi nel vicino museo, dove in una sala sono raggruppati i resti delle sculture dei due frontoni. Nulla sappiamo sull’identità dell’autore che progettò e scolpì questa straordinaria opera d’arte; per ora si parla solo del “maestro d’Olimpia”, sicuramente uno dei geni della scultura antica.
Sul frontone orientale era descritta la fosca vicenda di Pelope e Ippodamia, dai quali ebbe origine la stirpe degli Atridi che offrirono materia per il teatro tragico. Di caratteristiche diverse, per il movimento delle figure, è il frontone occidentale, dove si narra la lotta tra i Centauri e i Lapiti. La storia è questa: Piritoo, re di Tessaglia decise di sposarsi e organizzò un grande banchetto nuziale al quale invitò i più nobili del suo popolo, i Lapiti, e il suo inseparabile amico, l’ateniese Teseo. Purtroppo ebbe anche la cattiva idea di invitare i Centauri, le fiere mezzo uomo e mezzo cavallo, che vivevano sui monti; secondo alcuni i Centauri si presentarono senza essere invitati e bevvero in maniera esagerata e si ubriacarono. Naturalmente nell’ebbrezza cominciarono ad infastidire le donne presenti e cercarono di stuprarle o rapirle; così nacque una zuffa, durante la quale i Centauri vennero sterminati con l’intervento degli dei.
L’insieme della vicenda mostra un’idea fondamentale per il mondo greco: il conflitto tra ragione e passioni, tra barbarie primitiva e vita civile; solo frenando le pulsioni violente e bestiali può esistere un’umanità civile.