Sono sicura tutti sappiate perché la Festa della Donna, o meglio la Giornata Internazionale della Donna, si festeggi l’ 8 marzo, ma qui voglio ricordarlo con qualche approfondimento.
Per semplificazione si attribuisce la scelta della data in memoria delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York a inizio ‘900. In realtà questa è una riduzione ad un unico evento di effetto, che ha fatto gioco per il suo simbolismo facile e accattivante, ma la storia di questa festa è molto più complessa e lunga, legata alle lotte negli USA e nel resto del mondo all’inizio del ‘900 per il diritto al voto delle donne, e per altre rivendicazioni dei diritti femminili come il miglioramento delle condizioni di lavoro e di salario. La data, invece, è collegata dai più all’ 8 marzo 1917, quando le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra e a questo evento, poi, si ispirarono le delegate della Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste a Mosca, scegliendo l'8 marzo come data della Giornata Internazionale dell'Operaia. In Italia la Festa della Donna iniziò ad essere celebrata nel 1922 (ma il 12 marzo, non l’8) con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale; poi prese forza nel 1945, quando l'Unione Donne in Italia (formata da donne del Pci, Psi, Partito d'Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro) celebrò la Giornata della Donna nelle zone dell'Italia già liberate dal fascismo. Infine l'8 marzo del 1946, per la prima volta, tutta l'Italia celebrò la Festa della Donna ed si scelse la mimosa come simbolo della ricorrenza, poiché fiorisce proprio in quel periodo. Negli anni successivi la Giornata Internazionale della Donna è diventata sempre più momento simbolico di rivendicazione dei diritti femminili e di difesa delle conquiste delle donne.
E tutto questo ci sta bene. Onore al ricordo di tutte queste lunghe lotte per i diritti delle donne e alla grande difficoltà da parte delle donne di conquiste sociali e di diritti fondamentali. Festeggiare è sempre piacevole (amo essere festeggiata e ricevere regali, non per il loro valore materiale, ma perché penso che chi mi dona qualcosa abbia avuto un pensiero di affetto per me) e sfido chiunque a dire che non prova felicità quando è festeggiato. Ma festeggiare le donne un giorno solo all’anno, e donare loro una mimosa, non libera l’universo maschile da una maggiore, più completa e approfondita ricerca di consapevolezza del problema di essere donna in un mondo maschilista da millenni. I diritti fondamentali delle donne ancora non pienamente acquisiti, le difficili condizioni di vita quotidiana in casa e sul lavoro, il fardello sulle loro spalle della gestione familiare, domestica e di crescita dei figli, la grande difficoltà a conciliare famiglia, casa e lavoro, la mancanza di meritocrazia nei loro confronti, le molestie, gli abusi e la violenza sessuale espliciti e impliciti, e potrei continuare ancora e ancora e ancora … …
Tutto questo non si può ridurre ad essere ricordato, e addirittura festeggiato con un fiore, un solo giorno all’anno. E gli altri 364 giorni dell’anno che cosa succede alla donna? Pensiamo ai femminicidi, uno ogni 5 giorni in questo breve inizio del 2021; è pazzesco, agghiacciante, e tanto, tanto doloroso: mamme, bambine, donne uccise da compagni, da padri, da mariti, da ex, da uomini gelosi e violenti … … Pensiamo ai tantissimi licenziamenti, sempre ma ancora di più in questo difficilissimo periodo di crisi in cui quasi il 98% di chi ha perso il lavoro è donna … … Pensiamo alla violenza sessuale, quella esplicita, conclamata da fatti noti, spesso poi giudicata da magistrati uomini con sentenze maschiliste che giustificano il violentatore facendo riferimento agli abiti delle donne o al loro iniziale acconsentimento, quello stesso intento “normalizzante” che incontriamo troppo spesso nel giornalismo quando affronta questi temi … … Pensiamo alla violenza sessuale implicita, nascosta, subita spesso in casa nell’ambiente familiare, o alle palpate sui mezzi di trasporto affollati, agli sguardi libidinosi, alle parole oscene rivolte per strada da estranei, o peggio alle proposte di scambi sessuali in cambio di lavoro, di carriera, di voti migliori o superamento di esami, a tutto quello che abbiamo scoperto anche grazie alla nascita del movimento #metoo …. …
E anche qui potrei dire ancora e ancora e ancora … …
E allora festeggiamo la Donna l’8 marzo, ma festeggiamo soprattutto le Donne tutti gli altri giorni dell’anno con i nostri comportamenti personali, con le nostre scelte politiche, il nostro impegno civile, le nostre denunce di abusi e soprusi, il nostro rispetto e il nostro amore, augurandoci che arrivi presto un mondo in cui non ci sia più bisogno della Festa della Donna!