La professoressa Maria portava, da nubile, il cognome Moreno, ma gli studenti del Tasso degli anni 50 e 60 la conoscevano solo come “Signora Amendola”.
Era lì da sempre, un’istituzione, un tutt’uno col Liceo di Salerno presso il quale operava da decenni. Passava silenziosa attraverso i lunghi corridoi, con i severi vestiti scuri, con i capelli ormai argentei raccolti in crocchia in cima al capo. Era gentile e pacata con gli alunni, persino quando, dinanzi a un’equazione disegnata sulla lavagna, doveva ammettere, con qualche perplessità “oh, bella! Non viene!”, pronta comunque a riprovare con i suoi ragazzi per individuare la giusta soluzione. Nemmeno immaginavamo che fosse stata la compagna di vita di un bravissimo collega prematuramente scomparso, il professor Rodolfo Amendola, e che erano stati assieme protagonisti di una storia d’amore struggente, raccontata con devozione filiale da Lucia Amendola Ranesi in un libro pubblicato da Guida Editore col titolo “La luna a strisce”. Quel libro da allora è oggetto di culto da parte di noi antichi ex Allievi. Dopo un percorso umano tormentato e romantico, si erano sposati nell’agosto del 1937. Insegnanti presso le scuole superiori, dopo qualche anno si erano ritrovati entrambi a svolgere la loro missione presso l’ateneo di Piazza San Francesco. Nell’Annuario del Tasso del 1939 rileviamo che il dott. Rodolfo Amendola, nonostante la ancor giovane età, era già Vice Preside, ordinario di Matematica e Fisica e responsabile del Laboratorio. Sull’apparente sereno destino della famiglia incombeva purtroppo la spaventosa minaccia della guerra e, mentre Maria era sfollata a Sant’Angelo d’Ogliara (era in maternità: aspettava il terzo figlio), il 21 giugno del 1943, alle ore 13,15, il cielo si oscurò d’improvviso per l’arrivo di un impressionante numero d’aerei delle forze anglo-americane che sottoposero la città a un devastante bombardamento. Il prof. Amendola, appena discesi gli scalini del Tasso assieme a un conoscente, cercò precipitosamente rifugio sotto il portone di una casa antistante. Lo stress e la fuga affannosa gli furono però fatali: al termine dell’incursione alleata venne ritrovato accasciato per terra, colpito a morte da un irrimediabile malore. Si fermò in quel funesto giorno di San Luigi, proprio quando il cielo azzurro annunciava l’arrivo dell’estate, il cuore del valente studioso. Era la sua ultima presenza da professore: aveva appena superato il concorso per ottenere la nomina a Preside. Sulle vicende successive ci permettiamo di rinviare al citato libro “La luna a strisce”. In quest’occasione, desideriamo raccontare invece un’altra storia, un episodio apparentemente minimo che testimonia la sensibilità di una famiglia di grande spessore morale. Chi scrive è in rapporti di cordiale amicizia con Lucia Amendola Ranesi, erede di quelle straordinarie persone. Nel riordinare le carte della sua casa di Roma, la figlia della nostra indimenticata Maestra ha ritrovato un ingiallito volume del 1884, dal titolo “Histoire des sciences mathématiques et physiques” di Maximilien Marie, portante il timbro tondo del Regio Liceo Ginnasiale T. Tasso e il numero 298 della Biblioteca dell’Istituto. Il dottor Rodolfo, che aveva prelevato per consultazione quel libro, non riuscì purtroppo a restituirlo e a riporlo nuovamente sul ripiano di provenienza (sulla costa leggiamo ancora i riferimenti H e IV che ne indicavano la posizione sullo scaffale). Dopo un colloquio telefonico, il libro mi è stato recapitato per la riconsegna all’attuale Dirigente del nostro Liceo. E’ quello che ho fatto, orgoglioso di essere stato prescelto da Lucia Amendola Ranesi quale tramite per il perfezionamento di un gesto di educazione civile che onora la memoria di Rodolfo Amendola e di Maria Moreno e testimonia, ancora una volta, la tradizione e la cultura di una Scuola che è riuscita a tramandare non solo le nozioni ma, specialmente, gli stili e i comportamenti di vita.